Crescono i casi di lavoratori che non riscuotono i danni.

DiFA.VI.LA.

Crescono i casi di lavoratori che non riscuotono i danni.

MALATTIE PROFESSIONALI, CRESCONO I CASI; I LAVORATORI PERò NON RISCUOTONO I DANNI.

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Le malattie professionali sono in costante aumento. A parlare sono i dati Inail che, in quattro anni, hanno visto lievitare le denunce: dalle 1862 del 2015 si arriva alle 2292 dell’anno scorso. Accanto agli indennizzi e alle rendita Inail ci sono strumenti, sconosciuti ai più, che consentirebbero al lavoratore di trovare ulteriore ristoro. A partire da quello legato al cosiddetto danno differenziale. <<Per parlare dobbiamo entrare nell’ambito privatistico sul rapporto tra lavoratore e azienda – dice l’avvocato Paolo Crescimbeni, esperto di diritto del lavoro e della previdenza sociale. E’ un diritti di cui non tutti i lavoratori hanno consapevolezza e che nasce dal presupposto che, in presenza di malattia professionale, l’evento si sia prodotto per responsabilità esclusiva o conrsuale del’azienda. In tal caso al lavoratore spetta anche la differenza tra il danno indennizzato dall’Inail e quello, di solito più alto, calcolato secondo le norme e i criteri della responsabilità civile>>. Il legale è convinto che le circostanze che danno luogo all’insorgere di questo diritto si verificano più spesso di quanto non si creda: <<è molto improbabile che una malattia professionale insorga per colpa esclusiva del lavoratore o di nessuno ed è impensabile che l’azienda non avrebbe potuto evitare l’evento, prevenire od intervenire per scongiurarlo>>. Per ottenere il differenziale il lavoratore deve rivolgersi all’azienda dove lavora o lavorava entro 10 anni dalla conoscenza dell’origine professionale della malattia. <<La richiesta all’azienda, quasi sempre assicurata per queste evenienze, va inoltrataa in via diretta, ma deve essere ben motivata e documentata con l’ausilio di esperti>>. A Terni questo diritto e quindi questa procedura risarcitoria, sono poco conosciuti: << anche chi dovrebbe parlarne di più spesso non lo fa – dice Crescimbeni. Le cito un dato tratto dal sito dell’Inail: le denunce per malattie professionali per tumore nel 2019 sono 71, poco più del 3 per cento di tutte le malattie professionali denunciate in Umbria. Moltissimi lavoratori, quando vengono colpiti da malattie così gravi, a tutto pensano meno che a ricondurre la patologia ad esposizione a fattori morbigeni verificatisi in ambiente lavorativo. A ciò ritengo avrebbero potuto pensare le strutture sanitarie, in particolare in presenza di determinate anamnesi lavorative>>. Quando l’azienda non vuole procedere bonariamente al risarcimento parte il giudizio. <<In moltissimi casi le richieste che avanzate in sede giudiziale sono state conciliate>> conclude Crescimbeni.

2019 – Nicoletta GIGLI.

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